“Ora ho uno studio mio. Ho iniziato a scrivere”. Ancora oggi non so davvero perché abbia inviato questo messaggio a quell’ex ragazza del ’68, prima di tutti. So però che quella notte ho deciso che un fatto intimo, clandestino, doveva diventare collettivo. E che la letteratura su questo “evento” è rimasta per troppo tempo soffocata, priva di dettagli, tanto orribili quanto comuni, con cui la Storia delle donne non ha ancora davvero fatto i conti.
La sua esperienza, come quella di tante donne, è anche quella della scrittrice Annie Ernaux, che torna in Italia con un nuovo libro, L’evento, tradotto e curato da Lorenzo Flabbi per L’orma editore, sul suo aborto clandestino in Francia nel 1963, quando era ancora illegale. È lei ad accompagnarmi, con una lunga conversazione in anteprima per l’Italia per 7 Corriere della Sera, in un viaggio che ripercorre la legge 194 in Italia e nel mondo.
«Racconta di avere camminato con questo segreto nel corpo, come una cosa sacra, divisa tra il senso di orrore, bellezza ma anche fierezza, “forse la stessa dei navigatori solitari, dei drogati e dei ladri, quella di essersi spinti fin dove gli altri non oserebbero mai andare”. Quanto è difficile spiegare questo orgoglio andando oltre il pregiudizio, la morale e il pietismo con cui questo evento è stato perlopiù raccontato?».
«Quel che ho voluto fare, scrivendo questo libro, è stato trasformare l’esperienza necessariamente particolare di una donna in qualcosa che oltrepassasse la sua singolarità o, per meglio dire, in qualcosa di universale, nella misura in cui tutto ciò ha a che fare con la legge, la vita e la morte. E non potevo tacere l’orgoglio segreto di aver sfidato un divieto e di essere sprofondata in uno stato di derelizione che, di fatto, aveva ampliato il mio universo».
(Anteprima su Corriere della Sera, 7 novembre 2019, versione cartacea e online, e cover story per 7 Corriere della Sera, 8 novembre 2019)